Globalizzazione e Unione Europea

GLOBALIZZAZIONE E UNIONE EUROPEA

Premessa

Qual è lo stato di informazione e consapevolezza dei cittadini italiani che siamo in un’epoca di globalizzazione e cosa significa essere nell’epoca della globalizzazione?

Lo stato di consapevolezza degli italiani circa la globalizzazione è praticamente nullo perché tutti i media (giornali, tv, talk show) trattano solo degli argomenti del momento, ma non della globalizzazione che è pure un argomento del momento, anzi il principale.

In sintesi, si può usare l’immagine di qualcuno che indica la luna ma… gli italiani guardano solo il dito. Di qui la continua retrocessione nelle graduatorie internazionali, il continuo aumento dei poveri mentre anche la classe media è spesso in difficoltà.

Come affrontare il problema?

A nostro avviso c’è solo una via: quella di un periodo continuo di comunicazione coinvolgendo ripetutamente i mass media, i social network, ecc. Ecco perché la nostra associazione deve aprirsi all’esterno il più presto possibile e al massimo. Il primo passo sarà organizzare due conferenze stampa (una a Milano e una a Roma) promosse nel modo migliore possibile.

La domanda sopra non è necessaria per Unione Europea perché nel testo che segue verrà chiarito bene che l’Unione Europea è stata venduta malissimo agli italiani e per questo è forse ancor più necessario procedere con quanto suggerito per la globalizzazione.

Globalizzazione – Come è noto, globalizzazione significa che la competizione è a livello dell’intero mondo (globo).

Continui progressi scientifici e tecnologici hanno fatto cadere tutti i vincoli delle distanze che in passato erano pesanti: Internet collega ciascuno con il resto del mondo, esplosione delle compagnie aeree low-cost che, con pochi soldi e in poche ore, possono trasportare chiunque in qualsiasi altra parte del mondo, e-commerce che permette di fare business 24 ore su 24.

Questa è una grande opportunità, perché la globalizzazione ha fatto emergere dalla povertà moltissimi Paesi.

Con la globalizzazione si deve competere anche con Stati di cultura diversa. La cultura per il risultato è fondamentale. Oggi alcuni Paesi, soprattutto Cina, India e Stati Uniti, sono predisposti ad operare e vincere nella globalizzazione. L’Italia, invece, non è affatto predisposta e non a caso continua a retrocedere nelle graduatorie internazionali.

Con la globalizzazione qualsiasi istituzione – pubblica e privata – qualsiasi Comune, Provincia, Regione, Paese deve competere con qualsiasi altro Comune, Provincia, Regione, Paese, istituzione del mondo. Dunque, si vince solo se si riesce a disporre ed offrire risposte vincenti alle seguenti domande:

  • Perché un investitore, un’impresa dovrebbero investire qui anziché altrove?
  • Perché un contribuente dovrebbe contribuire qui anziché altrove?
  • Perché uno studente dovrebbe venire a studiare qui anziché altrove?
  • Perché un giovane capace dovrebbe decidere di lavorare qui anziché altrove?
  • Perché un turista dovrebbe decidere di venire qui anziché altrove?
  • ecc.

Avere risposte convincenti a queste domande significa offrire condizioni più favorevoli di quelle offerte da altri anzitutto sul versante dell’offerta, secondo i principî della supply-side economics (economia dal lato dell’offerta), attraverso riforme strutturali che introducano semplificazioni per l’attività d’impresa, stimolino la produzione di nuova ricchezza (e attraggano investimenti) attraverso sistemi di tassazione favorevoli a chi intraprende, dirottino la spesa pubblica verso le spese veramente produttive, in particolare l’adeguamento delle infrastrutture, la cultura e una formazione che segua il modello del lifelong learning, per essere sempre adeguati alle nostre sfide: sono queste infatti le politiche industriali che hanno dimostrato di offrire, nel medio e lungo periodo, i  risultati maggiori e di più lunga durata, anche se non “pagano” dividendi politici immediati e per questo sono spesso neglette da una politica di corto respiro, come quelle alle quali purtroppo siamo abituati in Italia.

Quando la sfida è la globalizzazione, coloro che governano i Paesi devono avere una indiscussa competenza competitiva a livello internazionale. Invece, chi ci ha governato negli ultimi anni e chi ci governa non è sempre in possesso delle competenze precitate. Noi andiamo a votare senza conoscere il curriculum di chi votiamo.

A differenza di altri progressi scientifici e tecnologici che erano esclusivamente a vantaggio degli individui, la globalizzazione, invece, crea vincitori e vinti come è indicato nelle pagine precedenti. In questo caso è particolarmente pesante la realtà dei vinti che saranno moltissimi con le conseguenze inevitabili di aziende che vanno in difficoltà, di personale che va in esubero, il tutto con le necessarie e costose opere, se possibile, di risanamento.

L’Unione Europea – La Visione del Futuro del nostro Paese non può non riguardare anche la necessaria efficacia ed efficienza dell’Unione Europea. Come è noto, l’Unione Europea per l’Italia è importante come l’aria che si respira. Da tanti anni il baricentro dello sviluppo economico si è sempre più trasferito sull’asse Estremo Oriente-Stati Uniti a svantaggio dell’Europa. In questa situazione, avendo a che fare con colossi, noi non possiamo illuderci di poter uscire dall’Unione Europea e operare da soli. Saremmo un piccolo coccio di creta che si scontra con giganti di piombo. Ma oggi l’Unione Europea ha tanti problemi che devono essere risolti.

Tutti voi ricordate che nel 2000 in modo pomposo l’Unione Europea varò la cosiddetta Strategia di Lisbona, affermando che nel 2010 l’Europa sarebbe stata il continente migliore al mondo nel campo della scienza e della tecnologia. Venne affermato questo ma nessuno si preoccupò di definire cosa si dovesse fare affinché l’obiettivo fosse realizzato, anno dopo anno. Risultato: l’Europa nel 2010 era l’ultima, non la prima, nel campo della scienza e della tecnologia.

Attualmente nell’Unione Europea moltissime decisioni importanti richiedono l’unanimità. L’unanimità è la forma decisionale meno democratica perché basta un solo Paese per tenere in scacco tutti gli altri.  Si tratta di difetti organizzativi gravissimi.

La cosa più paradossale è che ogni giorno l’Unione Europea opera e prende decisioni che riguardano anche il nostro Paese. Nel 2019 abbiamo votato per le elezioni europee senza sapere adeguatamente per cosa. L’Unione Europea è stata “venduta” malissimo ai cittadini che sono all’oscuro di quello che ogni giorno avviene nell’Unione Europea. Neanche nei principali giornali esiste una sezione dedicata all’Unione Europea. Non esiste un canale televisivo. I cittadini europei sono condannati ad essere pro o contro senza in realtà conoscere esattamente il perché.

La Visione del Futuro del nostro Paese deve includere la correzione degli errori affinché l’Unione Europea diventi efficace ed efficiente.

Ma il motivo vero di tutto questo temo che sia il seguente: come è noto, l’entità più importante dell’Unione Europea è il Consiglio composto dai Capi di Governo di ogni Paese membro. Le riunioni del Consiglio sono la sede in cui qualsiasi Paese può decidere contro ogni decisione. La conclusione è molto amara: da un lato, sulla carta, parliamo di Unione Europea, dall’altro nessun Paese vuole perdere nemmeno un grammo della propria autonomia e quindi di fatto si tratta oggi di una disunione europea.

Oggi i colossi Stati Uniti, Cina, India sono stati nazione, purtroppo l’Europa non lo è.

In compenso (se così si può dire…) le competenze dell’Unione Europea vanno ben oltre quelle di uno Stato federale – quale essa deve diventare, conformemente allo spirito dei suoi fondatori (dal Manifesto di Ventotene, alle intuizioni di De Gasperi, Schumann, Monnet, Adenauer) e alle esigenze del mondo globalizzato nel quale viviamo – andando invece a disciplinare pervasivamente materie da affidare nemmeno agli Stati, ma alle Regioni, seguendo le loro peculiarità, che sono una ricchezza e non un ostacolo; e addirittura a disciplinare temi che sono dominio dell’etica e andrebbero quindi esclusi per definizione dall’ambito della legislazione*.

Questa ipertrofia di funzioni si traduce al contempo in inefficienza e in impopolarità delle istituzioni europee e dunque deve finire al più presto anche perché solo in questo modo il Parlamento Europeo, unico organo dell’U.E. eletto dal popolo, potrà assumere il ruolo centrale che gli compete.

*Nel Regno Unito tutti i cittadini conoscono il principio: “We cannot legislate morality” in altre parole non è possibile creare l’etica con le leggi.

 

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